Il primo Street Art District di Napoli si trova nella zona orientale della città, nel quartiere popolare di Ponticelli. Appassionati di murales e di street art possono fruire di un’area pronta a catalizzare e richiamare interesse e attenzione di cittadini e turisti. Si tratta di una porzione di territorio a Napoli dove l’arte dalle grandi dimensioni si accosta e si scontra con il piccolo della vita quotidiana. Questo mix ha come significato e speranza l’apertura verso una ventata di cambiamento, la realizzazione di una nuova centralità.
Il Parco dei Murales a Napoli nasce da un progetto socioculturale di creatività urbana ideato e curato da INWARD Osservatorio sulla Creatività Urbana, in collaborazione progressiva con enti pubblici, privati e no profit, sia locali sia nazionali.
Il Parco Merola di Ponticelli, ribattezzato dalla gente Parco dei Murales, è stato individuato come sito dove coltivare un avvincente progetto di promozione territoriale orientato alla rigenerazione sociale e alla riqualificazione urbana di un’area della città nota solo per avvenimenti di cronaca nera.
Questo programma, che ha il suo quartier generale nel Centro Territoriale per la Creatività Urbana, interno alla stazione circumvesuviana Argine Palasport, prevede ascolto territoriale, rilievo di temi dalla comunità residente, trattamento degli stessi coinvolgendo street artisti, produzione dell’opera di turno come manifesto gigantesco del valore ed il ritorno materiale sul Parco con la realizzazione di quanto di positivo l’analisi locale e poi l’opera stessa hanno voluto esprimere in termini di necessità.
Otto sono le superfici disponibili, otto saranno i temi, otto gli strumenti della rigenerazione. Oggi risultano dipinte le prime quattro enormi opere di street art.
Il primo murales del Parco è stato quello di “Ael. Tutt’ egual song' 'e criature”
Il primo murales del Parco è comunemente chiamato “zingarella”. L’opera è stata realizzata dall’artista Jorit e prende spunto dall’incendio di un campo Rom avvenuto in zona anni fa. L’opera ha titolo “ Ael. Tutt’ egual song’ ‘e criature”. Il primo nome è di una bimba realmente esistente che desidera andare a scuola per socializzare con i suoi coetanei, mentre la seconda parte del titolo è presa in prestito dal titolo di una famosa canzone dell’artista napoletano Enzo Avitabile, in cui si sottolinea che i bambini sono tutti uguali. Quest’opera mostra una naturalezza che si trova tipicamente in dipinti di dimensioni ridotte. Il viso della ragazzina, dolce e ingenuo, è caratterizzato da due grandi occhi verdi. Occhi aperti verso un futuro che deve necessariamente partire dall’istruzione, un diritto che non deve essere negato a nessuno e che fa spiccare il volo verso orizzonti meno cupi. Accanto ai libri c’è lo strummolo, gioco simbolo della semplicità napoletana.
La seconda opera è il murales “A' pazziella 'n man e' criature”.
La seconda opera è il murales “A’ pazziella ‘n man e’ criature”, opera del toscano Zed1. Dallo stupore degli operatori su quanto lo stesso strummolo fosse sconosciuto ai più giovani del Parco, è scaturita la riflessione sul gioco. Infatti, l’elemento protagonista dell’opera è il giocattolo, rappresentato in maniera malinconica. L’artista, tramite la sua opera, difende il gioco e il diritto al gioco dei bambini attraverso un burattino il quale, insieme ad altri giocattoli tradizionali, è schiacciato da un joypad simbolo del gioco digitale, molte volte irreale, freddo ed alienante.
La terza opera del Parco dei Murales è il murales “Lo trattenimento de' peccerille”.
La terza opera del Parco dei Murales è firmata da Mattia Campo dall’Orto e si chiama “Lo trattenimento de’ peccerille” (l’intrattenimento dei bambini). Quest’enorme murales nasce nel 450esimo anniversario dalla nascita del letterato campano Giambattista Basile e fa riferimento, quindi, al letterato barocco e alle 50 fiabe napoletane presenti nella raccolta “Lo Cunto de li Cunti”. Prima di realizzare l’opera, l’artista Mattia Campo dall’Orto ha preso spunto dai bimbi e dagli adulti del Parco, confrontandosi e rapportandosi a loro ed infine fotografandoli. Il murales pone l’attenzione sul libro delle novelle che stimola la creatività e la fantasia e spinge a vedere la realtà da nuovi punti di vista, un punto di partenza per un’alternativa alla quotidianità. Nel murales due bambini leggono il Libro e dalla loro immaginazione escono figure ritratte nella parte in alto dell’opera: sono gli abitanti del Parco, nella loro quotidianità, che nell’opera diventano personaggi fantastici proprio grazie alla creatività della lettura. Ad esempio, nel murales è raffigurato il cane che realmente gironzola in queste zone e che è ritenuto la simpatica mascotte del parco. È anche presente una frase di Umberto Eco, espressione del concetto che se leggi tanto avrai dinanzi a a te miriadi di vite possibili (“La lettura è un’immortalità all’indietro”).
La quarta opera del Parco dei Murales è “Chi è voluto bene non s’o scorda”.
L’ultima opera del Parco dei Murales è “Chi è voluto bene non s’o scorda”, lavoro di Rosk&Loste (due artisti di origini siciliane). Il protagonista è il pallone ed il tema di quest’opera inneggia a gioire dello sport più famoso del mondo, cioè il calcio. Questo sport viene praticato in tutte le periferie e dona felicità a tutti i bimbi ovunque essi abitino e giochino, anche nel Parco, proprio ai piedi di quest’opera gigantesca. In essa sono raffigurati due bimbi che indossano le maglie dei loro idoli: una è del Napoli e l’altra è dell’Argentina. In città il ricordo e la “presenza” dell’idolo Diego Armando Maradona sono ancora molto vivi. Il titolo dell’opera riprende la frase “Chi ama non dimentica”, pronunciata da Maradona per ricordare e saldare il legame indissolubile tra il campione e la città di Napoli. Il messaggio più intimo è rivolto ai genitori del Parco: amando i vostri figli, questi stessi ameranno i propri.
“Gennaro” a Forcella & "Giancarlo" al Vomero
È possibile effettuare visite guidate di queste opere. Il pacchetto si chiama “Ponticelli Street Art Tour”, è organizzato da INWARD Osservatorio sulla Creatività Urbana, in collaborazione con la Cooperativa Arginalia e diverse associazioni napoletane specializzate in turismo.
Tra le altre opere di Street Art a Napoli ne ricordiamo un’altra dell’artista Jorit: “Gennaro” a Forcella, di fianco alla chiesa di San Giorgio Maggiore, vicino al Duomo di Napoli, nella piazzetta all’altezza di Spaccanapoli, e “Giancarlo” al Vomero, in via Romaniello, dove il giovane giornalista Giancarlo Siani visse e fu ucciso dalla camorra, opera realizzata dal duo Orticanoodles. Entrambe le opere sono produzioni di INWARD Osservatorio sulla Creatività Urbana.