Una volta giunti a Napoli si apriranno un ventaglio di possibilità su cosa fare e visitare. Raccomandiamo sicuramente un giro in centro per dedicarsi allo shopping, ma anche di recarsi presso i numerosi mercatini rionali o dell’antiquariato, così come di non trascurare le numerose prelibatezze gastronomiche tipiche della città o i tanti musei e luoghi d’arte e per gli amanti dell’architettura un singolare itinerario Liberty tra i suoi vari quartieri.
Cosa Vedere a Napoli: le vie dello shopping
Per quanto concerne il primo punto consigliamo di giungere a Via Duomo, se ci interessa un abbigliamento da cerimonia e gli accessori ad esso inerenti, mentre se siamo attratti dall’alta moda o dalle griffe, a via de Mille e a via Filangieri. Se invece siamo appassionati di mercatini potremmo fare un salto alle bancarelle di quelli di Fuorigrotta (tutti i giorni i giorni feriali dalle ore 8 alle ore 13), di Antignano (tutti i giorni feriali dalle ore 7 alle ore 13:30), di Posillipo (tutti i giovedì mattina dalle ore 7 alle ore 13) e di Agnano (Ttutte le domeniche mattina dalle 6 alle 14:00). In essi sarà possibile trovare rispettivamente alimentari e abbigliamento, abbigliamento e antiquariato.
Cosa vedere a Napoli: alla scoperta del cibo tipico
Visitare Napoli significa anche gustare i suoi alimenti tipici come la pizza, conosciuta in tutto il mondo. La potremo trovare di ottima qualità nei numerosi locali presenti nei Decumani e nel resto del centro antico, nella sua versione tradizionale, ma anche d’asporto a portafoglio, ovvero piegata in quattro parti e consumata in cammino. A questa possiamo aggiungere i fritti di pizzelle, i cuoppi e le paste cresciute, che rappresentano un must del cibo di strada. Come conclusione di questo lauto pasto vale la pena assaggiare una sfogliatella, riccia o frolla, ottima in tutti i bar e pasticcierie, ma anche il caratteristico babà, dolce da forno dalla forma a fungo e bagnato nel rhum e sorseggiare un fresco limoncello.
Cosa vedere a Napoli: architettura e monumenti
Sempre nei pressi dei Decumani suggeriamo di visitare la chiesa del Gesù Nuovo, sull’omonima piazza, la poco distante chiesa di Santa Chiara col suo suggestivo chiostro maiolicato, mentre proseguendo su via Benedetto Croce incontreremo, al suo temine, la chiesa di San Domenico Maggiore e la sua monumentale guglia. Poco distante da lì si trova un’altra tappa obbligatoria, ossia, la Cappella San Severo con il commovente Cristo Velato del Sanmartino. Risalendo al Decumano di via dei Trubunali, da Piazzetta Nilo, incontreremo la chiesa di San Paolo Maggiore, la quale custodisce in facciata le vestigia di due colonne del Tempio dei Dioscuri e la chiesa dei Girolamini. Per quanto riguarda i musei in zona, lì potremo visitare la Cappella del Pio Monte della Misericordia o quello del Tesoro di San Gennaro, mentre se siamo affascianti dall’arte contemporanea a via Settembrini (nei pressi di via Duomo) potremo recarci al MADRE, che su circa 7.200 mq espositivi raccoglie istallazioni site-specific, collezioni private e mostre temporanee, inerenti i principali protagonisti del Novecento e non solo.
Cosa vedere a Napoli: itinerario liberty
Per gli amanti dell’architettura suggestivo è l’itinerario Liberty tra le ville ed edifici presenti al Vomero, ma anche a Posillipo e a Chiaia. Il Liberty è un codice-stile nato a fine Ottocento in Belgio col nome di Art Nouveau e poi diffusosi in tutt’Europa assumendo diverse nomenclature. Si caratterizza per l’andamento concavo-convesso delle sue linee o di contro per il loro geometrismo. In Italia si definisce Floreale e nell’accezione napoletana vede in alcuni casi l’intersecarsi dei dettami del nuovo stile con quelli degli eclettismi ottocenteschi (ossia richiami ai linguaggi dei secoli precedenti, come il neo-gotico). Come prima tappa va menzionato il villino Casciaro (1908-10, progettista l’ingegnere Dusmet) a via Luca Giordano al Vomero. In facciata possiamo individuare, sull’intonaco rosso, richiami al neoclassico ed al neo-rinascimentale con spunti liberty negli elementi minori. Sempre al Vomero, ma sull’asse via Luigia Sanfelice-via Filippo Palizzi si affacciano una serie di suggestive costruzioni (per lo più villini o di edifici lambenti il tornate stradale). Tra queste menzioniamo la palazzina Loreley (1912-progettista Adolfo Avena), Villa Ascarelli (1913-15-progettista Adolfo Avena), Villa Pansini (1922), la Palazzina Russo-Ermolli (1915-18- progettista Stanislao Sorrentino), Villa De Cristoforo (1912-14 – progettista Michele Platania). Sulla salita del Casale di Posillipo si “apre”, invece, villa Pappone (1912-progettista Gregorio Botta). Questa è uno dei maggiori esempi del patrimonio liberty napoletano, universalmente nota per la sua celeberrima pensilina esterna in ferro e vetri policromi sorretta da grifoni. A Chiaia, lungo l’asse via De Mille-via Filangieri, si trovano una serie di architetture, tutte a firma dell’architetto Giulio Ulisse Arata, che possono essere considerate fondamentali per il nostro itinerario. Tra questi menzioniamo il Palazzo Leonetti (1908-10), Palazzo Mannajuolo (1910-11), destinato ad abitazioni di lusso, in cui spicca la soluzione d’angolo tra via De Mille, via Filangieri e D’Andrea. Qui il fabbricato si articola in un gioco di volumi concavi-convessi, diventando una suggestiva quinta scenica per chi proviene da via de Mille. Ma un vero unicum e la sua scala ellittica, col marmo a sbalzo, che sembra quasi volerci ricongiungere col cielo. Un’ultima tappa è l’edificio del Lotto Zero (1910-12), a via Filangieri 61, sempre a firma Arata. Si trattava di un lotto di risulta triangolare, che il progettista ha esteso su tre livelli collegati da una scala a chiocciola. In facciata predomina un grande arco, a tutto sesto, sovrastato da bassorilievi ai lati, il tutto richiamante motivi neo-gotici.
“a cura di Carlo de Cristofaro”