Il Vesuvio è il vulcano più pericoloso al mondo e, per questo motivo, viene costantemente monitorato dall’Osservatorio Vesuviano.
Oggi l’Osservatorio Vesuviano si trova in via Diocleziano a Napoli, nel quartiere Fuorigrotta. Qui ci sono attrezzature all’avanguardia che raccolgono, dalla rete di 100 postazioni di monitoraggio installate sul Vesuvio, i dati relativi al movimento del terreno, alle temperature interne al cratere e alla composizione dei gas sprigionati in zona.
Un tempo l’Osservatorio Vesuviano era ubicato proprio sul Vesuvio, tra Ercolano e Torre del Greco, a 609 metri di quota e al Km 6.5 della strada di salita. All’epoca c’era la necessità di avere l’Osservatorio in prossimità del vulcano perché gli unici strumenti a disposizione erano i sismografi, che funzionavano sul luogo.
Il vecchio Osservatorio Vesuviano era ospitato all’interno di un vecchio edificio di colore rosso, risalente all’epoca borbonica. L’osservatorio venne inaugurato nel settembre del 1845 e divenne il primo osservatorio vulcanologico al mondo che monitorava i fenomeni vulcanici e quelli meteorologici.
Nel 1911 la direzione dell’Osservatorio vesuviano fu rilevata da Giuseppe Mercalli. Sua è la scala di misurazione dell’intensità dei terremoti, ancora oggi in uso, chiamata appunto “scala Mercalli”.
Oggi, nella vecchia sede, è possibile visitare il museo vulcanologico.
All’interno vi si trovano strumenti scientifici di notevole valore storico, utilizzati da scienziati e ricercatori nel corso dei decenni, tra i quali il primo sismografo realizzato da Luigi Palmieri, e altri più recenti in uso fino agli anni ‘80.
Nella nuova ala del museo dell’Osservatorio vesuviano si può visionare la mostra “Vesuvio 2000 anni di osservazioni”. Diversi pannelli informativi conducono i visitatori attraverso un percorso nel mondo dei vulcani, del Vesuvio e dei pericoli in base ai tipi di eruzioni. Inoltre il percorso consente di osservare in tempo reale i dati sismici e, attraverso la visione di alcuni documenti storici e di vari filmati, è possibile ripercorrere le tappe salienti della storia del Vesuvio (o per meglio dire del complesso vulcanologico Somma-Vesuvio). Le visite alla mostra sono accompagnate da personale specializzato che erudiscono i visitatori.
Inoltre, sempre in questa nuova ala, si può ammirare una ricca collezione di minerali, rocce e altri reperti. Tra essi c’è anche un calco di gesso di una vittima di Pompei, a testimonianza della tragica eruzione del Vesuvio risalente al del 79 d.C..
Nell’ultima parte dell’edificio i visitatori potranno visionare la biblioteca storica del museo, dove si trovano testi di vulcanologia, sismologia e meteorologia.